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Manipolo Aquila
 

 

 

Dreus Axra scrutò il paesaggio intorno a se. Un tempo su Harakum secundus c’era stata vita ma ormai sembrava solo un lontano ricordo. Vecchi ruderi si ergevano verso il cielo plumbeo. Intorno a lui solo silenzio ed una polvere sottile che copriva tutto.

“Sergente” suonò una volce dall’auricolare del suo elmetto. Era Helior.

“Rapporto” disse secco Axra.

“Nessun segno di vita” rispose il veterano “procediamo ad allargare l’area di ricerca?”

“Negativo” rispose il sergente “Convergere sulla mia posizione; se ci sono altri sopravvissuti non sono nelle vicinanze”.

Poco dopo i nove membri del Manipolo Aquila erano radunati intorno ad Axra. Quello era il nome che Dreus aveva deciso come loro identificativo, in realtà erano i sopravvissuti di varie squadre, sfuggiti alla distruzione dell’Invincibile Audacia.

“Una piega inaspettata” disse Diocles avvicinandosi senza nascondere il tono ironico. I servo meccanismi della sua possente armatura Centurion

emettevano stridii ad ogni movimento. Qualche componente doveva essersi danneggiato durante il rocambolesco atterraggio.

“L’Imperatore ha ascoltato le mie preghiere” rispose Axra fingendosi serio “temevo di annoiarmi”.

Diocles rimase in silenzio. Il suo volto era nascosto dall’elmetto ma Axra sapeva che il soldato stava sorridendo.

“Signore” intervenne un soldato della IX squadra, Bherus a giudicare dall'armatura, “movimento a sud-est, 200 metri, in rapido avvicinamento”.

“Linea difensiva” ordinò Axra spostandosi verso il punto indicato da Bherus “fate fuoco solo su mio ordine“.

Rapidamente i soldati si posizionarono in copertura puntando le armi verso la sorgente del movimento. Qualunque cosa fosse era ricoperta della stessa dannata polvere che sembrava infestare l’intero pianeta, il che rendeva ancor più difficile una sua identificazione. Axra attivò il sistema di ingrandimento del suo elmetto fino ad inquadrare il bersaglio. La creatura si muoveva sicuramente a quattro zampe e sembrava molto agile e veloce. Stranamente aveva smesso di avvicinarsi limitandosi a correre da un riparo all’altro. Sembrava quasi volesse attirare la loro attenzione.

Axra si irrigidì.

“Difesa perimetrale! Prepararsi a respingere un attacco su più fronti!”, urlò secco.

Il Manipolo Aquila ebbe appena il tempo di rischierarsi prima che dalle rocce circostanti emergessero numerose creature dall'aspetto minaccioso. Benchè fossero di varie forme e dimensioni era evidente l’origine comune. Placche chitinose, artigli e fauci grondanti ne testimoniavano la ferocia.

Come rispondendo ad un ordine silenzioso, all'unisono, le creauture si lanciarono all’attacco.

Mentre risuonavano i primi colpi, Axra si preparò a ricevere la carica.

“Tiranidi” sussurrò con sdegno prima di aprire il fuoco.

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